Lavorando come social media manager solo in ambito musicale, una delle richieste che le etichette e i management degli artisti spesso mi fanno è questa:
vogliamo diventare virali.
Lì per lì è una richiesta molto vaga e ampia, ma non è inarrivabile.
Sanremo e la viralità social
Ci sono infatti, una serie di elementi da tenere sott’occhio in un artista per capire se ci sia la possibilità di ottenere un’esposizione mediatica elevata.
Alcuni di questi sono programmabili e prevedibili. Altri sono solo intuibili e sono fuori dal controllo di chi, come noi, si occupa di creare l’immagine perfetta per ogni artista.
Questo Sanremo 2020 è un perfetto esempio di realizzazione di entrambe queste situazioni.
Sanremo e la viralità di Achille Lauro
La prima, ovvero quella programmata nel dettaglio, che richiede mesi di studio e pianificazione, è quella di Achille Lauro. Ad un anno da una partecipazione sottotono, al festival del 2019, si presenta totalmente trasformato. Cresciuto, preparato e bravo nell’eseguire nel dettaglio il piano ideato.
Stordisce tutti con costumi di scena spettacolari e con uno storytelling magistrale.
Un mantello firmato Gucci esibito la prima sera per “mimare” la rinuncia di San Francesco ai beni terreni.
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La sera successiva invece, dà luogo ad un tributo al grandissimo David Robert Jones (in arte David Bowie) e, nel contempo, una critica all’organizzazione del Festival rimanendo sempre “un passo indietro” rispetto all’esibizione di Annalisa, la sua partner nella serata dedicata ai duetti.
Per continuare, nella quarta sera del Festival, citando la Marchesa Luisa Casati come emblema di mecenate dell’arte, portando avanti la causa di cui si fa paladino. E senza sbagliare una mossa.
Tutta questa preparazione e la qualità dei contenuti pubblicati sul suo profilo si tramuta inevitabilmente in viralità.
Non ci credi?
Fai un salto su questa bella lista pubblica preparata dai ragazzi di Not Just Analytics. Ti garantisco che cambierai idea.
Guarda qui la classifica completa
Come avrai potuto notare, non c’è nessun artista in gara che si possa avvicinare nemmeno un po’ a quella che è l’enorme esposizione mediatica di Achille Lauro, partita a cannone già dal primo giorno di esibizione.
Non c’è nessun artista a parte due.
Sanremo e la viralità di Bugo & Morgan
Bugo e Morgan.
Quando, per la prima volta, Yari mi ha mostrato la lista pubblica preparata appositamente per il Festival di Sanremo 2020, mi sono permesso di fargli notare che mancava un player fra i big. Mancava proprio Bugo.
Yari mi ha risposto: ma come, non è in gara solo Morgan?
E qui sta proprio il bello della seconda situazione in cui la viralità si diverte a bussare alla porta. Ovvero quella non programmata.
Bugo e Morgan fanno parte della stessa etichetta discografica, la Mescal (che annovera nel proprio roster, fra gli altri, anche Ermal Meta e Simone Cristicchi), che ha deciso di presentare un progetto comune a Sanremo.
Questo progetto è stato verosimilmente ideato per lanciare Bugo, che pur essendo sulla scena indie italiana da decenni, non ha mai avuto l’esposizione che meritava.
Bugo ha uno stile ben definito, retto e anche se spazia e ha spaziato in vari generi musicali ha sempre mantenuto coerente una cosa. La propria personalità.
Per portare Bugo a Sanremo era necessario affiancarlo a un compagno di viaggio altrettanto eclettico e che fosse capace di esaltare le qualità di Bugo. Se vai a fare un giro sul sito della Mescal vedrai anche tu che l’unico artista all’altezza del compito è Morgan.
Conoscendo le personalità di Bugo e di Morgan è facile intuire che con due caratteri forti e senza uno storico di collaborazione consolidato, circondati poi da una cornice storica per gli scandali che ha ospitato, ovvero il Teatro Ariston di Sanremo, la viralità si potrebbe presentare in qualsiasi momento.
Per questo io ho risposto a Yari: fidati, aggiungete anche il profilo di Bugo.
Così, mentre passavano le serate, Bugo e Morgan, pur avendo presentato un brano che io ritengo valido, salutavano tutti i partecipanti sempre dal fondo della classifica.
Non ti nascondo che, a un certo punto, io stesso ho iniziato a dubitare che il mio intuito mi avesse abbandonato.
Fino a ieri sera, quando a forza di agitare la fialetta di nitroglicerina il composto si è mischiato e ha innescato l’esplosione.
Dopo una lite iniziata il giorno precedente (e che non ho intenzione di analizzare in questo articolo) il tutto sfocia davanti al pubblico proprio sul palco dell’Ariston.
Morgan, poco prima di esibirsi, cambia il testo del brano e canta in faccia a Bugo e in faccia all’Italia quello che pensa del compagno.
Bugo guarda Morgan, prende alcuni fogli del nuovo testo, li legge e semplicemente si gira e se ne va. Fregandosene di qualsiasi cosa. (C’è qualcun altro in gara che canta “me ne frego” mi pare, no?) ?
Questo gesto getta l’imbarazzo su tutta la sala tranne che su Morgan che, da consumato showman qual è, inscena una breve pantomima e lascia sulle spalle di Amadeus il casino da gestire. (Casino per altro magistralmente gestito da Fiorello poco dopo).
Cosa ha comportato tutta questa situazione?
Che per la prima sera in assoluto, dopo ormai già quattro giorni, Bugo e Morgan sono finiti al #1 sulle tendenze di YouTube.
Per il piacere recondito della RAI che su YouTube ha mandato in tendenza praticamente tutti i videoclip degli artisti che partecipano al Festival senza mai arrivarci con i video pubblicati sul canale di proprietà.
Questa è il secondo tipo di viralità, che può presentarsi o meno, ma che se lo fa ribalta qualsiasi tipo di risultato.
Solo ieri sera Bugo e Morgan hanno guadagnato a testa 5.000 follower circa su Instagram e hanno ottenuto più di 2 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di 24h.
Ah. Ieri usciva il disco di Bugo.
Articolo scritto da: @Carlo Alberto Biasioli